In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’attaccante del Gravina, Giuseppe Bozzi.
Il 32enne centravanti barese, sceso in campo in 26 delle 27 gare sin qui disputate in stagione dalla formazione gialloblù, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Giuseppe, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle rispettive abitazioni, anche i calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
E’ un momento molto delicato per tutti noi. Quanto stia accadendo in Italia e nel mondo, deve farci riflettere e capire che possa succedere qualsiasi cosa da un istante all’altro. Bisogna essere sempre positivi, vivendo giorno per giorno e godendo delle cose più preziose che la vita ci offre. Oggi siamo costretti ad affrontare numerose difficoltà di carattere sanitario, lavorativo ed economico. Personalmente, cerco di ottimizzare il tempo a disposizione, sfruttando gli spazi di cui dispongo per allenarmi e tenermi in forma. Fortunatamente non ho mai saltato un giorno di allenamento e questo mi ha dato la forza per andare avanti con ottimismo e positività. Spero che tutto passi al più presto e che si possa recuperare la serenità perduta negli ultimi mesi.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta alla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? E’ davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Premetto che sono un delegato dell’AIC e sto affrontando questo tipo di dinamiche in prima persona. Sono fermamente convinto che i Dilettanti siano di fronte ad un bivio. E’ arrivato il momento di dare una svolta a livello di tutele e garanzie contrattuali. Noi siamo dei professionisti a tutti gli effetti, il nostro è un lavoro, ci alleniamo tutti i giorni, spesso in doppia seduta. Quello che facciamo ci porta via grosse energie fisiche e mentali. Nel momento in cui la professione che si svolge non da alcun tipo di certezza, diventa complicato mandare avanti una famiglia e fare programmi di vita personale a lungo termine. Il momento storico è quello che è, però siamo ad un punto di non ritorno, dove è necessario che si faccia qualcosa di concreto a tutela di migliaia di addetti ai lavori impegnati tra i Dilettanti. Qualcosa comincia a muoversi grazie proprio all’impegno costante dell’AIC, però, è necessario che anche la Lega faccia la propria parte, dandoci le opportune garanzie. Credo sia fondamentale verificare a inizio stagione le reali potenzialità di ogni Club, proprio per ridurre i rischi di incappare in realtà inadempienti che fanno il male nostro e di questo Sport. Io mi metto anche nei panni delle Società. Capisco perfettamente che la crisi economica abbia messo in difficoltà i Presidenti, gli imprenditori che sono soliti invertire nel Calcio, oltre a tantissimi sponsor, però è impensabile che a pagare siano solo i calciatori. E’ un momento complicatissimo per tutti, ecco perché credo che la Lega debba venire incontro alle Società e di riflesso anche a tutti i tesserati. Non sarebbe errato rivedere la formula e la composizione dei vari campionati, pensando a un format che sia maggiormente sostenibile per tutti gli addetti ai lavori, Club in primis. Ma ciò che auspico più di ogni altra cosa, è che la Lega individui e faccia a meno di quelle Società che hanno la cattiva abitudine di non retribuire calciatori, tecnici, staff, inservienti e collaboratori vari. Corriamo il serio rischio che, in futuro, tanti giocatori con le rispettive famiglie restino appiedati, senza trovare una via d’uscita e in balia delle problematiche che si presentano ogni giorno. A Gravina siamo sostanzialmente fortunati, perché la nostra Società non ci ha fatto mai mancare nulla. E’ una realtà sana, composta da persone serie, che sono come tutti noi in attesa di capire quali decisioni adotterà la Lega, per sapere come comportarsi nel prossimo futuro. Credo sia normale che i Club, prima di sbilanciarsi in ogni ambito, attendano che la LND si esponga in merito al finale di stagione. La speranza di chi appartiene a questa categoria, è quella che la Lega garantisca almeno una parte degli stipendi relativi ai mesi in cui non si sarà giocato. La paura di non percepire alcunché fino all’inizio del prossimo del campionato, ci preoccupa e non poco. Non a caso sono ancora in tanti a spingere per una ripresa, perché portare a termine sul campo questa stagione ci darebbe qualche speranza in più di prendere quanto ci spetta. Adesso, non possiamo far altro che sperare di superare quanto prima questo momento storico complicato e attendere con fiducia le tanto sospirate decisioni della Lega.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e calciatori?
Il rischio di veder scomparire tante Società è assolutamente concreto. Saranno proprio i Club che fino ad oggi non sono riusciti a mantenere i rispettivi impegni ad avere grandi difficoltà nell’affrontare il futuro. Credo che determinate squadre non avranno neanche la possibilità di iscriversi al prossimo campionato. In parte me lo auguro, perché se non altro si eviterebbe di andare incontro alle consuete problematiche relative al pagamento degli stipendi. L’intervento del Governo è assolutamente auspicabile, anche se capisco che in questa fase ci siano tante criticità da affrontare per il bene del Paese. Chi oggi in Italia ha un’azienda fa una fatica enorme a star dietro a mille problemi legati alla burocrazia e alle tante carenze che caratterizzano il sistema produttivo nazionale. Le imprese sono ferme, il Calcio è paralizzato a tutti i livelli e i principali protagonisti di questi ambienti non percepiscono nulla da diverso tempo: come si fa ad affrontare il presente e a programmare anche a grandi linee il futuro? Lo scenario che ci si apre davanti è tutt’altro che confortante. Posso solo sperare che il Governo faccia il suo a livello nazionale e che intervenga anche sul sistema Calcio dilettantistico in sintonia con la Lega. Sono favorevole al cambiamento se ciò significhi fare il bene del nostro Sport. In ogni caso, temo che ci attenda un’estate molto lunga e particolarmente “calda”, sotto tutti i punti di vista.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
Continuo ad essere ottimista rispetto alla possibilità di ripresa del campionato, magari anche in piena estate. Però, realisticamente, so che sia molto difficile che ciò accada, perché non ci sono le condizioni sanitarie e logistiche per ipotizzare una ripartenza. Io voglio continuare a sperare di scendere in campo a breve termine e aspetto che sia la Lega, eventualmente, a dirci che non ci sia più alcuna possibilità di farlo.
Si parla comunemente di “stagione falsata” in caso di campionato deciso a tavolino e di annata sportiva ancor più “falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
In caso di ritorno in campo non credo che si possa parlare di stagione “falsata”. Indubbiamente sarà difficile riprendere dopo una sosta così lunga, ma non tanto da ritenere “falsato” il finale. In fondo ripartiremmo tutti nelle stesse condizioni psico-fisiche e ogni squadra sarebbe autrice del proprio destino. E’ ovvio che gli stimoli non sarebbero gli stessi per tutti e ci sarebbero squadre molto motivate e altre meno, ma a mio avviso sarebbe preferibile attendere di chiudere la stagione sul campo, non appena ci saranno le opportune condizioni.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Giuseppe Bozzi, cosa suggerisce di fare per chiudere la stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Mi sono posto tantissime volte questa una domanda e ancora oggi faccio fatica a darmi una risposta. Di sicuro non vorrei mai essere al posto di chi dovrà decidere in Lega. Stabilendo tutti i vari verdetti a tavolino si innescherebbero dei meccanismi strani, che non potrebbero assecondare le esigenze e le speranze di tutti. Se proprio devo sbilanciarmi, dico che chi è al primo posto è necessario abbia un occhio di riguardo in più, anche perché se si trova in testa alla classifica l’avrà meritato. In zona retrocessione non saprei quale possa essere la strada più opportuna da intraprendere. Per quanto concerne le attuali seconde, invece, credo che non si possa penalizzarle oltremodo. Soprattutto quelle che si trovano a uno o due punti dalla vetta, è impensabile che non vengano prese in considerazione quantomeno in ottica ripescaggio. E’ una situazione davvero complicata, che mi fa sperare ancor di più che alla fine si riesca a completare regolarmente la stagione sul campo.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua annata. Quest’anno hai esordito con una doppietta decisiva siglata contro il Nardò in casa e sei sceso in campo in 26 delle 27 gare ufficiali sinora disputate dalla tua squadra. Che tipo di annata è stata quest’ultima, a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla stagione ancora in corso, come valuteresti il tuo rendimento complessivo? E riguardo gli obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate proprio al proseguo della tua carriera?
La mia stagione penso sia stata abbastanza positiva. Sono stato impiegato in tutte le gare tranne una. Anche se in alcune occasioni ho giocato solo una manciata di minuti, sono convinto di aver dato sempre il mio contributo, segnando anche tre gol pesanti e decisivi. A livello di impegno e di garanzia di prestazioni penso di aver risposto presente ogni qual volta il Mister mi abbia chiamato in causa, magari con una punizione procurata o un assist fornito a un compagno. Sono uno dei più esperti del nostro spogliatoio e spero di aver dato dei buoni consiglio ai più giovani. Il bilancio è veramente positivo. Ero reduce da un campionato di Eccellenza, avevo bisogno di ripartire a livello di Serie D e il Gravina mi ha dato questa grande opportunità: ringrazio ancora la Società e mi ritengo felice per quanto fatto durante la stagione. In questo momento, la mia aspirazione futura è quella di rimanere nell’orbita di questa categoria, militando sempre in un Club sano, come è accaduto quest’anno. La Serie D, per come intendo io il Calcio, è la mia dimensione ideale. Per carità, l’ambizione di arrivare ancora più in alto c’è sempre ed è giusto pensare in grande almeno finché continuerò ad allenarmi tutti i giorni con la voglia di un ragazzino e sarò fisicamente integro proprio come in questo momento.
La stagione del Gravina è stata sicuramente positiva. Con ancora otto gare da giocare, almeno sulla carta, siete oggi al settimo posto nella classifica del Girone più difficile e competitivo dell’intera categoria, con un margine di cinque punti sulla zona Play-Out. Proprio nelle ultime due gare avete fatto lo scatto decisivo in ottica permanenza e nel complesso vi siete tolti diverse soddisfazioni, come l’aver battuto formazioni come Foggia, Sorrento e Taranto. In attesa che ne si conosca l’epilogo, che stagione è stata sin qui quella della tua squadra? E il pensiero di non poter più scendere in campo per cercare di centrare un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
La stagione del Gravina è stata molto positiva. Ci sono stati momenti esaltanti dove potevamo anche fare un salto di qualità, specie dopo vittorie e prestazioni importanti. Forse ci è mancato quello scatto decisivo che poteva proiettarci a ridosso della zona Play-Off, ma nel complesso è stata un’annata estremamente positiva, in un Girone dal coefficiente di difficoltà impressionante. Penso che all’inizio avremmo firmato tutti per avere questa posizione di classifica a otto giornate dalla fine. Ricordo quando uscì il calendario la scorsa estate: in ritiro ci guardavamo negli occhi tra compagni immaginando le sfide contro corazzate come Foggia, Taranto, Audace Cerignola e tante altre. Ci siamo tolti numerose soddisfazioni, abbiamo vinto delle gare prestigiose e ci siamo tolti lo sfizio di sottrarre ben quattro punti al Foggia. Questo stop forzato ha comportato un enorme rammarico. Eravamo in un ottimo periodo di forma, reduci da due vittorie consecutive. Peccato, perché la sosta è arrivata proprio nel nostro momento migliore. In assoluto però, il dispiacere più grande è dovuto al fatto che ci sia dovuti separare tra compagni di squadra. Non avremmo mai potuto immaginare di non vederci per così tanto tempo. Siamo un gruppo sano, composto da ragazzi eccezionali, uno dei migliori tra quelli che ho vissuto in carriera. Nessuno di noi ha ancora alzato bandiera bianca e stiamo seguendo giornalmente un programma di allenamento personalizzato in base alle esigenze fisiche e logistiche di ognuno di noi, seguiti in maniera impeccabile da uno staff tecnico di una professionalità inaudita, assolutamente sprecato per la categoria. A Gravina ho trovato davvero uno splendido ambiente e ho instaurato un bel rapporto anche con dirigenti e tifosi. E’ una piazza dove si può fare Calcio in maniera ideale e ci siamo sempre sentiti in dovere di fare bene sul campo, per ripagare i sacrifici della Società e assecondare le ambizioni dei nostri sostenitori.
Giuseppe, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, ai tifosi e all’intero ambiente gialloblù?
Auguro a tutti indistintamente di recuperare la serenità smarrita in questo periodo di grande difficoltà, sperando di riabbracciarci al più presto senza fare i conti con le attuali problematiche sanitarie. L’auspicio più bello che possa rivolgere a noi stessi è quello di riprendere a vivere quanto prima le emozioni che solo il Calcio è in grado di trasmetterci, ritornando a gioire tutt’assieme per un gol del Gravina.
Si ringraziano Giuseppe Bozzi e la FBC Gravina, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.