In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’Allenatore del Licata Calcio, Giovanni Campanella.
L’esperto tecnico etneo, al terzo anno consecutivo sulla panchina della Prima Squadra gialloblù, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Mister, innanzitutto le chiedo come sta vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando l’intera nazione. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 15mila vittime in Italia e altre decine di migliaia nel mondo. Quali pensieri l’accompagnano in un momento storico così particolare e triste per il nostro Paese?
Sto vivendo questo momento storico con grande preoccupazione, consapevole delle conseguenze che questo dramma sanitario comporti e comporterà per l’esistenza di ognuno di noi. Stiamo combattendo un’autentica guerra contro un nemico invisibile ed è necessario dimostrarsi seri e responsabili per affrontare la situazione nel migliore dei modi. Io personalmente sto bene per certi versi, per altri invece, molto meno. Stando sempre in casa, uscendo solo per fare la spesa o per i bisogni primari e passando il tempo davanti al televisore, guardando film, facendo dei piccoli lavoretti domestici, alla fine è inevitabile annoiarsi. Soffro particolarmente perché mi manca il Calcio, però purtroppo, nel bel mezzo di una situazione abbastanza grave, bisogna andare oltre la noia, stare molto attenti e soprattutto rispettare le regole che ci sono state imposte dal Governo. Ciò che mi dispiace più di tutto, è sentire determinate notizie che filtrano dalla televisione, dai giornali. Se ne sentono molte discordanti tra loro, spesso contraddittorie e c’è in generale troppa confusione e poca chiarezza con riferimento alla pandemia, alle sue cause e alle sue eventuali soluzioni. C’è troppa incertezza per quanto concerne la situazione sanitaria del Paese ed altrettanta per quanto riguarda le sorti della Stagione calcistica. Tutta questa mancanza di trasparenza, certamente contribuisce a rattristarmi e accresce la mia speranza che tutto si sistemi al più presto possibile.
Rispetto alla Stagione calcistica, stando al parere di numerosi addetti ai lavori, sembra sia definitivamente conclusa. Non sembrano esserci le condizioni igienico-sanitarie adeguate per una ripresa in tempi brevi e l’ipotesi di giocare in piena estate, ammesso che sia possibile, non convince la maggior parte dei protagonisti di questo movimento. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di concludere il Campionato sul campo o pensa anche lei che non ci siano più i presupposti anche tecnici, fisici ed atletici per una ripresa?
Una cosa è certa, prima di ogni cosa bisogna anteporre la salute di ognuno di noi. Il Calcio, deve passare in secondo piano rispetto a questo. Ogni giorno muoiono centinaia di persone in tutt’Italia e non si scherza con la vita delle persone. Bisogna pensare prima di tutto a recuperare le abitudini che avevamo e la quotidianità di ognuno. Ci sono aziende che stanno letteralmente fallendo, persone che non lavorano, che non percepiscono lo stipendio, che non sanno come fare per dare da mangiare ai propri figli. Ci vogliamo rendere conto o No della situazione in cui ci troviamo? Ecco perché, in questo momento, pensare ad una ripresa in tempi brevi, è un atto di grave irresponsabilità, a mio avviso. Ancor di più lo è con riferimento ai Dilettanti, dove non esistono i controlli e le dovute precauzioni a livello sanitario. È impossibile fare previsioni. Nel profondo del mio cuore spero ancora che si possa riprendere a giocare anche a Giugno inoltrato, naturalmente stabilendo degli orari di gara adeguati, considerando come in quel periodo normalmente ci siano quasi trenta gradi anche di sera. Ovviando a questo tipo di problematiche e avendo la garanzia assoluta che nessuno degli addetti ai lavori rischi per la propria salute, allora si potrebbe regolarmente portare a termine la Stagione. Ma allo stato attuale, questa e qualsiasi altra ipotesi, è solo un azzardo inutile e fine a se stesso.
Sembra scontato purtroppo che, a seguito della pandemia in atto che ha messo in ginocchio il Paese e l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli atleti dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando e l’ulteriore timore che molte Società scompaiano del tutto a causa dell’abbandono di molti Presidenti che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. È una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto, oppure No?
È un rischio più che concreto, ahimè. In questo momento ci stiamo chiedendo se e quando riusciremo a portare a termine questa Stagione, ma i quesiti che ci si dovrebbe porre già da ora e che forse rivestono importanza ancora maggiore, sono questi: quante Società riusciranno a reggere l’impatto con una crisi che si preannuncia devastante? Quante riusciranno ad iscriversi l’anno prossimo ai vari Campionati? Verranno meno migliaia di sponsor e di contributi vitali per i Club dilettantistici, quindi è assolutamente possibile che tante realtà calcistiche chiudano i battenti, generando un conseguente stravolgimento di tutte le Serie, che andranno certamente ripensate dal punto di vista numerico e regolamentare. Per quanto riguarda i Calciatori, sicuramente, chi oggi lamenti la mancanza delle ultime 5-6 mensilità, ci deve portare a riflettere sulle criticità di una Categoria profondamente condizionata da quelle Società che sono solite partire con un budget quasi ridicolo e che, dopo un paio di mesi al massimo, smettono di tenere fede ai propri impegni. Da circa due anni a questa parte i Calciatori dilettanti vengono leggermente tutelati da un certo tipo di contratto e dall’iscrizione all’A.I.C. alla quale quasi tutti aderiscono tramite il proprio Capitano. Questo è già qualcosa, ma sicuramente non basta per far sentire le spalle totalmente coperte ai Calciatori, ecco perché ci vorrà senz’altro qualche iniziativa in più perché loro stessi si sentano maggiormente tutelati. Secondo me, potrebbero intanto iniziare dal prendere maggiori informazioni sui Club con cui vanno a legarsi contrattualmente in estate, per evitare il rischio di perdere i propri emolumenti già dopo poche settimane dalla partenza della Stagione. Fermo restando che bisognerà che la Lega vada a debellare totalmente questo problema, ma sarà comunque necessario che i Calciatori stiano molto, molto più attenti in fase di contrattazione. Purtroppo sono in tanti a farsi spesso abbindolare da promesse che nessuno sarà effettivamente in grado di mantenere e da progetti tecnici e societari importanti solo sulla carta, che in realtà sono e resteranno irrealizzabili. E non c’è cosa più deprimente per un Calciatore e per un Allenatore, di vedere vanificati sforzi e sacrifici quotidiani subendo penalizzazioni a Campionato in corso, dovute alle inadempienze economiche da parte della Società di appartenenza. Queste sono solo alcune delle problematiche che affliggono il nostro sistema e l’augurio più grande è quello che questa imprevedibile sospensione della Stagione, sia utile per riflettere bene su tante cose che vanno cambiate alla svelta. Situazioni che il Coronavirus ha consentito solo di evidenziare, ma che già da anni rappresentano il male del Calcio dilettantistico e contro quello bisognerà agire in primo luogo.
Quali pensa possano essere le soluzioni più adeguate per salvaguardare l’intero movimento? Crede che un sostegno importante e concreto da parte del Governo possa bastare per ridurre gli effetti futuri che si immaginano devastanti di questa pandemia? Oppure crede che sia necessario, al di là di tutto, che la LND concretizzi delle riforme con cui rivedere del tutto le regole e la composizione vera e propria di questa Categoria?
Ho la fortuna di lavorare al servizio di una Società modello, che finora ha sempre rispettato qualunque tipo di impegno. Purtroppo però, di Società virtuose come il Licata Calcio ne sono rimaste ben poche. E sono costretto a riproporre il tema precedente, proprio perché le situazioni più tristi che riguardano in particolare la Serie D, nascono proprio da lì. Ci sono troppe Società, specie al centro-sud, che non hanno neppure i presupposti minimi per poter fare Calcio e che hanno generato dei veri e propri disastri già molti mesi prima che scoppiasse la pandemia in atto. È ormai noto che determinate realtà calcistiche siano ferme alla mensilità di Ottobre o Novembre scorso. Queste stesse Società, stanno ora marciando sul dramma del Coronavirus, facendo leva sulle difficoltà economiche dovute a questa situazione di blocco del Paese ed evitando di conseguenza di andare incontro alle proprie responsabilità. Non solo non pagheranno le mensilità precedenti, ma non prenderanno neppure in considerazione l’ipotesi di farlo in futuro. Con questo voglio dire che l’intervento massiccio del Governo a beneficio del nostro sistema è di vitale importanza, anzi, sarà determinante per garantire un futuro, ma di pari passo dovrà essere concretizzata una lotta nei confronti di quelle Società malate che non hanno le potenzialità per fare Calcio e che vanno stroncate sul nascere, molto prima che i Campionati abbiano inizio. Su questo si dovrà intervenire, prima che su qualsiasi altra cosa.
Qualcuno ha detto che la Stagione potrebbe risultare “falsata”, sia in caso di chiusura anticipata andando incontro a dei verdetti a tavolino che inevitabilmente non accontentino tutti, sia in caso di ritorno in campo dopo un’inattività così lunga, con il rischio di vedere affrontarsi Calciatori senza il giusto spirito, senza la dovuta serenità mentale e con una freschezza atletica non adeguata per competere a certi livelli. Lei è il suo Licata, come la pensate a questo proposito? Siete tra l’altro al sesto posto in classifica, ancora in piena lotta per obiettivi molto importanti. Credete o sperate di poter tornare in ogni caso in campo per provare a perseguire sino in fondo i vostri obiettivi? Oppure avete in testa un altro tipo di scenario conclusivo che sperate venga concretizzato dalla Lega?
Sicuramente non vorrei mai essere nei panni di chi dovrà decidere le sorti dei vari Campionati. Lo scenario finale che ritengo più plausibile è quello che veda la promozione diretta dell’attuale prima in classifica dei nove Gironi. Anche se questo comporterebbe inevitabilmente le legittime rimostranze da parte delle varie seconde. Nel nostro Girone ci sono sette punti tra Palermo e Savoia, quindi non si potrebbe di certo gridare allo scandalo se si decidesse di mandare il Palermo direttamente in C. Ma ci sono altri raggruppamenti in cui prima e seconda sono distanziate da uno o due punti e in quei casi, assumersi la responsabilità di promuovere a tavolino solo la prima, sarebbe davvero complicato. Ipotizzare la promozione diretta di tutte le prime e anche di tutte le seconde, è irrealistico. Sarebbe necessario in quel caso creare un ulteriore Girone di Serie C, al netto sempre di tutte quelle realtà che non ce la faranno ad iscriversi nella prossima Stagione. A quel punto sarebbero comprensibili anche le proteste delle attuali terze o quarte in classifica. Con otto o più partite ancora da giocare, potrebbe accadere di tutto, in chiave promozione, esattamente come in zona retrocessione. Per questo, ripeto, non vorrei mai trovarmi nei panni di chi dovrà prendere questo tipo di decisioni, qualora alla fine non si dovesse più tornare in campo. E sono convinto che, in qualunque direzione si dovesse andare, si scateneranno polemiche a non finire. Per quanto ci riguarda, non avremmo comunque problemi a ritornare in campo e se ci venisse chiesto questo, ci faremmo certamente trovare pronti. Se invece si dovesse optare per una chiusura anticipata con dei verdetti a tavolino, pazienza. In tal caso, a tempo debito, cominceremmo a pensare alla programmazione della Stagione successiva, sperando che non venga anch’essa condizionata dalle conseguenze di una pandemia che non sappiamo quando e in che modo cesserà di manifestarsi nel mondo. E tra le conseguenze principali, come detto, potrebbe esserci la riduzione drastica del numero di Società che prenderanno parte ai vari Campionati. In ogni caso, l’auspicio più grande che possa riguardarmi in questo momento, è quello di vedere gli Organi Federali prendere una posizione. Di ipotesi e previsioni nessuno ne può fare allo stato attuale, ma di decisioni importanti da prendere ce ne sono tante e per adottarle non c’è nessun vincolo. Sarebbe bello che in Lega si decidesse presto in che direzione andare. Magari correndo il rischio di risultare impopolari, o di scatenare le ire e le polemiche da parte di molti, ma credo che al di là di tutto non si possa prescindere dal prendere una posizione chiara, netta e definitiva. È una questione di dignità e di autorevolezza che qualcuno dovrà necessariamente dimostrare. Stabilendo ogni verdetto, nel caso in cui si decidesse di chiudere, oppure dicendoci chiaramente che si intende aspettare che ci siano le condizioni igienico-sanitarie adeguate per poi riprendere e completare la Stagione sul campo. In questo senso ci vuole chiarezza, perché restare ancora a lungo in una situazione di incertezza totale è assai avvilente.
Non posso chiudere senza prima chiederle un giudizio sulla straordinaria Stagione del suo Licata. Al momento dello stop eravate a soli cinque punti dalla zona Play-Off, vi siete tolti numerose soddisfazioni, a cominciare dallo storico 2-0 inflitto al Palermo, in un “Liotta” come non si vedeva da decenni. Tutto questo, al culmine di un lavoro che lei sta portando avanti in prima persona da circa tre anni. Un lavoro che è sotto gli occhi di tutti e non può non essere esaltato a dovere. Anche se, l’inatteso stop a cui è andata incontro la Stagione, rischia di vedere vanificati gli sforzi di una Società e di una squadra che meriterebbe di chiudere il Campionato sul campo e non in questo modo. Ecco, il pensiero di non poter più scendere in campo per cercare di raggiungere un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporta nell’ambiente gialloblù?
Rispetto a questa Stagione, il giudizio, è assolutamente più che positivo. I ragazzi hanno dato tantissimo, dal primo all’ultimo. In generale si è fatto molto più di quanto fosse nelle più rosee aspettative. Abbiamo intelligentemente confermato gran parte dell’organico dell’anno scorso, abbiamo inserito alcuni giovani di grande prospettiva, li abbiamo fatti giocare e fino a qualche settimana addietro eravamo terzi nella classifica “Giovani D Valore”, con tanti 2000 e 2001 impiegati durante l’arco della Stagione. Abbiamo fatto ottimi risultati anche se, nel Girone di Ritorno, fuori casa, non abbiamo concretizzato i risultati fatti invece nel Girone d’Andata. Ma nel complesso mi devo ritenere molto soddisfatto, perché la squadra ha reso davvero in maniera eccezionale. Nessuno si aspettava da noi un simile rendimento e posso assicurare che un’eventuale non ripresa dell’attività agonistica, non comporterebbe alcun rammarico in noi. Il nostro, è un progetto iniziato tre anni fa con alla base una Società sana, solida, seria, onesta, abituata a fare Calcio a certi livelli. Insomma, si è lavorato in un ambiente dove sussistono le condizioni ideali per fare Calcio. Adesso Licata è una piazza ambita da molti Calciatori. In questa città c’è fame di Calcio, c’è passione, con una media di 2000/2500 spettatori ad assistere alle gare casalinghe. E ci sono le condizioni per fare grandi cose anche in futuro. Personalmente, non posso far altro che ringraziare ogni singola componente del Licata Calcio, a cominciare dai miei ragazzi, fino ad arrivare alla dirigenza, a tutti i collaboratori e ai nostri tifosi. Grazie di cuore a tutti loro. Non potrò mai dimenticare il “Liotta” visto in quel pomeriggio trionfale contro il Palermo. Di fronte ad una cornice di ben altra Categoria, abbiamo sfoderato una prestazione superba, al cospetto di una grande squadra. Per me è stata una soddisfazione doppia da catanese, ma è stato un successo storico, arrivato per merito di tutto l’ambiente, tifosi compresi. Quella vittoria resterà la ciliegina sulla torta in un’annata stupenda, anche con otto gare disputate meno del previsto.
Mister, c’è qualcosa che sente di dire ai suoi ragazzi, alla Società, ai suoi collaboratori e ai tifosi gialloblù? Un messaggio, un auspicio o un augurio che intende indirizzare loro?
Ci tengo senz’altro a ribadire il mio personale invito a rimanere dentro casa, attenendosi il più possibile alle direttive imposteci dal Governo. Vedere persone che escono dalle proprie abitazioni, incuranti dei rischi che corrono e fanno correre agli altri, è veramente assurdo. Ad ammalarsi ci vuole un attimo ed è proprio vero quando si dice che solo se saremo uniti e rispettosi delle giuste regole si potrà uscire da questa situazione quanto prima. Perciò, cerchiamo di essere persone coscienziose e rispettose di noi stessi e del prossimo. L’auspicio che ci accompagnerà d’ora in avanti sarà quello di tornare a giocare presto, perché il Calcio manca in una maniera incredibile. Anche se è difficilissimo, anche se trovo giusto che la Lega prenda posizione a riguardo, è altrettanto lecito serbare nell’animo la speranza che si possa tornare presto a vedere la sfera rotolare sul prato verde, che è la cosa più bella che ci possa essere e che accomuna da sempre tutti quanti noi.
Si ringraziano Mister Giovanni Campanella e il Licata Calcio, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.