In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il forte attaccante palermitano, Pietro Balistreri.
L’esperto centravanti siciliano, autore di una prima parte di Stagione di grande livello, disputata con indosso la maglia del Marsala, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Pietro, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente sta avvenendo nel mondo?
Quello che stiamo vivendo è un periodo storico drammatico, che coinvolge tutto il mondo ed in primis la nostra nazione, visto che siamo il Paese europeo con il più alto numero di contagiati e vittime. Il mio pensiero va prima di tutto a quelle famiglie che hanno vissuto dei lutti, senza avere nemmeno la possibilità di dare un ultimo saluto ai cari estinti. Questa è la cosa che più di ogni altra mi rattrista il cuore. Questa pandemia deve farci riflettere molto, ci deve far capire quali siano le priorità della vita quotidiana. Prima che il Coronavirus si diffondesse, davamo per scontate troppe cose, come se tutto ci fosse dovuto. Non riuscivamo ad apprezzare le piccole cose, quelle più autentiche e speciali, come ad esempio andare a prendere un caffè con un amico, o fare visita a genitori e nonni, abbracciarli, parlargli, passare del tempo insieme. Magari si faceva questo, ma senza darvi la giusta importanza o perdendo la maggior parte del tempo con il telefono in mano. Eravamo estremamente fortunati e non ce ne siamo mai veramente accorti. Le cose più preziose si apprezzano solo quando non si hanno più. Sono convinto che si stia combattendo una vera e propria guerra. Ritengo doveroso ringraziare pubblicamente gli eroi silenziosi che sono schierati in prima linea, ogni giorno. Medici, infermieri, scienziati, alcuni esponenti politici come ad esempio il Sindaco di Messina Cateno De Luca, Forze dell’Ordine, Protezione Civile e quei lavoratori che ancora oggi non hanno smesso di prestare servizio. Sono convinto che ognuno di noi, nel proprio piccolo, possa fare qualcosa di importante per se’ stesso e per il mondo intero. Per quanto mi riguarda, mi attengo scrupolosamente alle direttive che ci sono state imposte, rimanendo a casa con la mia famiglia. Mi godo i miei figli, mia moglie, li vivo 24 ore su 24 ed è una fortuna immensa di cui l’epidemia non mi ha privato. Trascorro le giornate con loro, facendo i compiti con i bambini, giocando, allenandomi o cercando di dilettarmi in cucina con mia moglie. E poi preghiamo. Preghiamo per il mondo intero che ne ha tanto bisogno in questo momento.
Sembra oramai assodato che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che non sussistano minimamente le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari, in maniera illogica, in estate inoltrata?
Parlare di Calcio, allo stato attuale, è molto complicato. Si potrebbe cadere nel banale, nella retorica, anche se questo Sport resta indubbiamente la passione di molti e il mestiere di tanti altri. Noi Calciatori che facciamo questo di mestiere, soffriamo moltissimo a stare fermi, ma al tempo stesso, non ci possiamo permettere di correre dei rischi immani, scendendo in campo condizionati terribilmente dal pensiero che al minimo contatto fisico ci si possa infettare. Per questo credo che sia difficile, se non impossibile, che i Campionati riprendano. E questo discorso è riferito alla Serie A, alla D, così come alla Terza Categoria. Non c’è il tempo materiale, non ci sono le necessarie condizioni per riprendere anche solo ad allenarsi in tempi ristretti. Probabilmente solo la Serie A tenterà in ogni modo di arrivare in fondo, ma solo perché vi ruotino intorno interessi economici troppo elevati, che spesso, purtroppo, non tengono conto delle esigenze e delle necessità umane. Ma comunque, eccezion fatta per la Serie A, credo che per tutte le altre Categorie, la Stagione, si possa considerare conclusa.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro proprio e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Questo tipo di preoccupazione c’è, è grandissima e accomuna un po’ tutti noi Calciatori tesserati per Società dilettantistiche. È un tema che destava grandi incertezze prima che questo caos scoppiasse, figuriamoci adesso. Credo sia doveroso cominciare a tutelare la nostra categoria. Siamo un gradino sotto ai Professionisti, ma a livello di tutela siamo forse cento, mille gradini più giù. Eppure i nostri sacrifici sono gli stessi che vengono fatti dai colleghi di Lega Pro e, avendoci militato per undici Stagioni in quella Categoria, lo so molto bene. Noi che militiamo tra i Dilettanti viviamo, oggi più che mai, nell’incertezza più assoluta. Il passo da una situazione di stallo al tracollo più assoluto, è brevissimo. Vivo nella speranza che i vertici del nostro Calcio optino per una soluzione di chiusura anticipata della Stagione, dove però nessuno si faccia male più di tanto. Credo sia necessario e doveroso che la Lega Nazionale Dilettanti, con la concreta collaborazione del Ministero per le Politiche Giovanili e lo Sport, aiutino economicamente i Club dilettantistici. Istituire una sorta di tesoretto da destinare alle varie Società, specie quelle più in difficoltà, è indispensabile. I Presidenti che finora non hanno potuto o voluto tenere fede agli impegni presi, non devono avere l’alibi della pandemia e di tutte le problematiche ad essa connesse, per consentirsi il lusso di non corrispondere lo stipendio ai Calciatori, ai tecnici, ai collaboratori, ai vari Staff, agli inservienti e ai Dirigenti che operano per il bene delle Società stesse. Ci sono casi in cui la situazione è a dir poco drammatica, con realtà ferme al rimborso della mensilità di Ottobre ’19 e questo già prima che si interrompesse il Campionato a causa del Coronavirus. Società che a due mesi dalla fine della Stagione erano ancora ferme alla mensilità di Ottobre, ci rendiamo conto? Conosco colleghi e numerosi amici che sono disperati, senza stipendio da quasi sei mesi e senza sapere se e quando potranno tornare a percepire un rimborso, anche minimo. Atleti e uomini di ogni età, giovani in erba e padri di famiglia, costretti a fare i salti mortali per arrivare a fine mese con le rispettive famiglie. Non si può fare Calcio in questi termini. Questa è una situazione che purtroppo abbraccia molte realtà, specie al centro-sud e in tutto questo, il COVID-19, non c’entra nulla. Sapete quale piega si stia prendendo in molte occasioni? Ci si lega spesso a determinate Società, consapevoli del rischio di vedersi corrisposta forse la metà dei classici dieci mesi di rimborsi pattuiti e per la restante parte ci si troverà costretti a fare vertenza a fine contratto. Questo è l’andamento medio delle cose, a causa del modus operandi di molti Presidenti, che pur consapevoli di non poter rispettare determinati impegni, si accollano la responsabilità della gestione di Club collocati un gradino sotto il professionismo, facendo danni incalcolabili, economici e non. E questo aspetto non è l’unico a non andare nella direzione giusta. Troppe regole e direttive andrebbero modificate. Per questo credo fortemente che la Serie D vada riformata da cima a fondo, con controlli preventivi serrati su chi metta in piedi le Società e con il sostegno economico e concreto da parte della Lega, nei confronti di quegli addetti ai lavori maltrattati sotto tutti i punti di vista.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati. Questo è il pensiero della quasi totalità dei tuoi colleghi. La pensi anche tu in questa maniera? Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Il rischio che molte squadre dilettantistiche spariscano c’è ed è assai concreto. E con questo, anche la possibilità che tanti Calciatori e Allenatori restino senza squadra nella prossima Stagione. I Club mi auguro che abbiano un aiuto dal Governo, sperando che vengano riconosciuti come vere e proprie aziende, oggi nel pieno di una crisi straordinaria. Un suggerimento che darei alla LND sarebbe quello di imporre alle Società di stabilire un determinato budget di partenza, da destinare unicamente al pagamento dei vari contratti, vigilando su di esse affinché ne rispettino i termini sino in fondo, pena sanzioni disciplinari e pecuniarie da scontare nell’immediato. Se sparissero tante realtà sarebbe triste, ma non sarebbe poi del tutto un dramma a livello organizzativo. Forse con meno squadre in corsa, in Serie D si garantirebbe più ordine e regolarità al Torneo stesso, magari promuovendo non solo la prima classificata nei nove Gironi, ma anche le formazioni vincitrici dei Play-Off. Questo renderebbe più avvincente la Stagione e giustificherebbe i sacrifici di numerose realtà, quelle magari più blasonate, solide e ambiziose. Un’altra norma che inserirei a tutela della nostra categoria, sarebbe quella che vedrebbe i Club costretti a retribuire fino in fondo ogni tesserato prima di potersi iscrivere al Campionato successivo, consentendo ad ogni soggetto tenuto a libro paga, di firmare la relativa liberatoria solo e soltanto nel momento in cui si fosse percepito fino all’ultimo centesimo. Se la Lega vigilasse scrupolosamente su tutte queste dinamiche fondamentali, ci sarebbero in circolazione molti meno furbetti, meno volponi e molte più persone serie, perbene e competenti. E un’altra cosa che spero, è che un giorno si torni al semi-professionismo, perché in Quarta Serie ci sono piazze che hanno fatto la storia del nostro Calcio, come ad esempio, quest’anno, Palermo, ACR Messina, Savoia, Foggia, Taranto, Mantova e tante altre. Queste realtà e chi scende in campo per difenderne i colori, non possono essere considerati e trattati da dilettanti. Il livello si è alzato tantissimo e, al netto degli inevitabili stravolgimenti che faranno seguito a questo dramma socio-sanitario, sarà comunque tempo di avvicinarsi alla Lega Pro dal punto di vista economico, organizzativo, legislativo e contrattuale.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa un mese e mezzo siano tutti completamente fermi. Qual’è il tuo pensiero a tal proposito?
Il rischio che si arrivi ad un verdetto a tavolino, che porti a considerare la Stagione come falsata, è molto alto. Ma questa sarebbe una possibilità concreta in qualunque direzione si decidesse di andare. Credo sia una bella patata bollente per chi avrà questo arduo compito e ancor di più lo sarà in considerazione delle enormi criticità a cui Società, Calciatori e la stessa Lega Nazionale Dilettanti andranno inevitabilmente incontro. Ci sono Club che si stanno giocando la promozione in C e che hanno rispettato ogni contratto mese per mese, altre ancora che hanno fatto investimenti molto importanti nel mercato invernale per cercare di centrare al più presto i rispettivi obiettivi. Ci saranno situazioni in cui, dire “Alt, fermi tutti, il Campionato finisce qui! Vengono promosse solo le attuali prime”, porterebbe a delle polemiche infinite, specie da parte di quei Club che al momento dello stop si trovavano a uno o due punti dalla vetta. È anche illogico, come detto prima, pensare che si possa tornare in campo e chiudere la Stagione giocando regolarmente entro il 30 Giugno o per assurdo anche oltre quella data. Quindi, è una situazione più unica che rara, dove sarà inevitabile che qualcuno resti profondamente scontento e veda vanificati gli sforzi, i sacrifici e gli investimenti compiuti dalla scorsa estate sino ad oggi.
In caso di chiusura anticipata della corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. Quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Pietro Balistreri, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Io penso che in caso di chiusura anticipata della Stagione, così come sono certo che avverrà, ci dovrebbe essere la promozione diretta delle nove attuali prime in classifica, cercando di trovare una soluzione per garantire un eventuale ripescaggio alle squadre seconde in graduatoria al momento dello stop. Per quanto concerne le retrocessioni, non farei retrocedere nessun Club, lasciando comunque la possibilità di salire alle capolista di Eccellenza. Si potrebbe pensare all’incremento del numero delle squadre nei vari Gironi, anche se sono convinto che si tratterebbe solo di un problema formale, perché di fatto c’è paradossalmente il rischio che il numero di compagini si riduca rispetto a quest’anno, nonostante l’eventuale blocco delle retrocessioni. Questo perché è da ritenere sicura la sparizione di moltissime realtà dilettantistiche, dalla D alla Terza Categoria. I danni economici che deriveranno da questa pandemia saranno devastanti e sono ancora in troppi a non rendersene conto. Mi auguro che dopo questo cataclisma economico e sanitario, il Governo classifichi tutti noi come una vera e propria categoria sociale, con i relativi diritti e doveri, ma che ci consenta di accedere un domani al sistema pensionistico, a determinati fondi statali e ci tuteli sotto tutti i punti di vista, anche a fine carriera. Anche l’A.I.C. dovrebbe cominciare a tutelarci maggiormente. Non dico che in questo senso siamo abbandonati a noi stessi, perché comunque i nostri Rappresentanti Regionali, come ad esempio Antonio Trovato, ci sono sempre, sono attivi e partecipi di ogni situazione, ma sono anch’essi consapevoli che a livello garantistico si sia ad un livello pari quasi allo zero. Sarebbe bello e auspicabile che il Presidente Tommasi e magari anche i nostri colleghi professionisti, facciano qualcosa per smuovere qualche coscienza, o magari qualche poltrona, affinché noi si possa avere le spalle coperte durante e dopo la carriera agonistica.
Voglio concludere, augurando ai tifosi di tutte le squadre italiane, di ritrovarsi presto allo Stadio, in Curva o in Tribuna, a tifare le rispettive squadre del cuore. Ai miei colleghi invece, auguro di ritrovarci presto nello spogliatoio e soprattutto su quel rettangolo verde, che già solo a pensarci ci fa sognare ancora, come se nulla si fosse mai fermato. Un Abbraccio a tutti quanti da Bomber Balistreri.
Si ringrazia Pietro Balistreri, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.