Lo diciamo e lo ripetiamo in tutte le salse, l’emergenza Coronavirus all’improvviso ha rivoluzionato le vite di molti. Il calcio, visto e considerato il dramma e le restrizioni per limitarlo è andato in secondo piano, da capire se ci sarà modo e tempo di proseguire la stagione quando la situazione generale avrà almeno una parvenza di normalità. Ai microfoni dei colleghi di 0574 tempo di sport ha parlato a ruota libera il tecnico del Prato Esposito. Ecco le sue parole del momento che stiamo vivendo:
“Un momento che ci accomuna tutti abbiamo una condizione simile, quella di vivere in casa seguendo le indicazioni sempre più stringenti, finalizzate a salvaguardare la parte più vulnerabile del paese e stiamo tutti attenti a portare avanti queste necessità. Non voglio fare il tuttologo o quello che ha il rimedio giusto in un momento delicato, dove ci sono persone che devono prendere decisioni difficili – prosegue il tecnico laniero – in un momento dove siamo ancora in una fase di restrigimenti, diventa difficile vedere una luce in fondo al tunnel. Non mi sento di fare previsioni di nessun tipo e non credo sià giusto e corretto. In questi momenti ho visto che tanti, forse troppi, indicano strade legate probabilmente anche alla convenienza della propria società o della squadra. Voglio uscire da questa trappola e in assoluto attenermi a quello che succederà. Penso a una squadra del nostro girone come la Caronnese che è in Lombardia, con che spirito può ripartire e iniziare ad allenarsi e a preparare le partite dopo quello che è successo nei loro paesi. Può darsi che si possa riuscire a terminare la stagione ma il vero problema sarà chi ripartirà nella prossima. Il problema grosso sarà come ripartire dopo gli effetti che questa situazione avrà creato a livello economico – continua Esposito – e anche il calcio ne risentirà. Bisogna vedere chi riuscirà a ripartire, ci sono già società in difficoltà, indietro con il pagamento degli stipendi e considerando poi che ci saranno da fare le iscrizioni, le fidejussioni, gli sponsor verranno a mancare come anche i contributi, specialmente nelle categorie come la serie C e dilettanti, quindi diventa difficile ipotizzare il futuro”.
Questo momento particolare potrebbe cambiare la testa di molti, anche il calcio potrà essere vissuto in futuro con maggiore serenità. A riguardo il tecnico ha dichiarato: “Io sono daccordo con le parole del vescovo di Prato che nulla sarà più come prima – conclude l’allenatore del Prato – io me lo auguro perchè era un prima che non mi faceva impazzire e che secondo me nel nostro settore del calcio era andato oltre, con una corsa all’estremo sul lato economico, degli investimenti, degli stipendi, businnes alle stelle. Forse è arrivato il momento di redistribuire e di abbassare l’intensità e il piede sull’accelleratore, che in cinque minuti è saltato in aria. Quello che dobbiamo aver capito da questa esperienza, insieme a tante altre cose è che le certezze non esistono e si perdono in batter d’occhio, per tutti e in tutti i settori”.