In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’allenatore del Troina Calcio, Davide Boncore.
Il 44enne tecnico palermitano, autore con la sua squadra di una splendida stagione, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Mister, innanzitutto le chiedo come stia vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando tutto il Paese. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 31mila vittime lungo lo stivale e centinaia di migliaia nel mondo. Quali pensieri l’accompagnano in un momento storico così particolare e triste per l’Italia intera?
Stiamo vivendo una situazione drammatica, anomala e molto penalizzante, soprattutto per i più piccoli. Fortunatamente il peggio sembrerebbe sia passato, ma adesso ci tocca fare i conti con le conseguenze di carattere economico di questa pandemia. L’intero Paese è completamente paralizzato a livello produttivo e all’orizzonte ci sono mesi di notevole difficoltà per tutti. Purtroppo, lungo la penisola, si sono evidenziate forti carenze dal punto di vista sanitario e non solo. Pur non essendo un esperto, sono convinto che si sarebbero potute evitare tante vittime se solo si fosse intervenuti per tempo e nella maniera più opportuna. In ogni caso, adesso possiamo solo sperare che tutto passi al più presto in attesa che si torni alla normalità, nel Calcio e nella vita in generale.
Appare purtroppo scontato che, a seguito della pandemia in atto che ha flagellato il Paese e l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli addetti ai lavori appartenenti al vasto mondo dei Dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando. A questo, si aggiunga l’ulteriore timore rispetto alla possibilità che molte Società scompaiano del tutto a causa dell’abbandono di molti Presidenti, che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. E’ una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto oppure no?
Questa è una preoccupazione consueta per chi gioca e lavora a servizio di Società di Serie D. Le problematiche che oggi sono venute prepotentemente a galla riguardano da sempre la categoria. La cosa grave è che in tanti, specie ai cosiddetti “piani alti”, si stiano rendendo conto solo adesso delle criticità con cui siamo abituati a confrontarci in Quarta Serie. La mia speranza è che si possa trarre beneficio da questa situazione drammatica, arrivando ad una svolta concreta per quanto concerne tutele e garanzie contrattuali. Bisogna uscire da questa fase di incertezza totale, attuando delle riforme e facendo piazza pulita di quelle Società che non hanno i requisiti per fare Calcio. Innanzitutto non si può parlare di dilettantismo in una categoria in cui tutto è equiparato rispetto alla Lega Pro. Siamo impegnati sei giorni su sette spesso in doppia seduta, affrontiamo ritiri proibitivi e trasferte molto lunghe: questo è sotto gli occhi di tutti ed è ora che qualcuno intervenga, perché è disumano fare una vita da professionisti per poi non vedersi riconosciuto il minimo diritto. Nel centro-sud ci sono Club fermi con il pagamento degli stipendi già da molti mesi prima che scoppiasse la pandemia e se mi venisse chiesto dove io speri che la Lega intervenga in primo luogo, direi senz’altro sul controllo serrato di ogni singola Società. Basta contornarsi di realtà che non hanno i minimi presupposti per affrontare questa categoria! Preferirei piuttosto che i prossimi campionati fossero a Gironi numericamente ridotti, composti solo da quei Club di cui la Lega abbia verificato la solidità prima che inizi la stagione. Pertanto, credo sia di primaria importanza trovare un modo per ripulire il sistema dalle realtà inadempienti, alcune di esse addirittura recidive. Assegnare dei punti di penalizzazione in classifica non è una sanzione congrua e spesso non condiziona minimamente il percorso di un Club. E’ una soluzione utile solo a demotivare ulteriormente quei giocatori che già non percepiscono lo stipendio e che in questo modo vedono delegittimato il frutto del duro lavoro settimanale e domenicale. Inoltre, trovo assurdo che si ipotizzi un raggruppamento di Quarta Serie siculo a tutti gli effetti: chi non ha un’adeguata solidità economica e cerca un modo per fare la D a tutti i costi, è meglio che partecipi al campionato di Eccellenza o a categorie ancora inferiori piuttosto che compromettere ulteriormente lo scenario di questa Serie. Oggi siamo di fronte ad un bivio ed è necessario non sbagliare direzione, perché in gioco non c’è solo il futuro della D, ma anche e soprattutto quello di centinaia di famiglie in gravissima difficoltà. Siamo in una fase in cui l’intervento concreto del Governo è indispensabile. Il bonus da 600,00€ mensili, di cui ancora è fruibile solo la rata di marzo, può andar bene per coprire le spese dei ragazzi più giovani: per chi ha famiglia e scadenze gravose a cui far fronte nell’immediato è un importo assolutamente insufficiente. Pertanto mi auguro di vedere presto qualcosa di più di quanto visto sino ad ora, perché se non dovesse concretizzarsi un cambiamento radicale e in positivo, la Serie D sarebbe destinata ad un futuro a dir poco complicato.
Riguardo alla stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest’annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, che pensano che completarla regolarmente sul campo sia l’unica strada percorribile. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare in campo? O pensa che non ci siano più i presupposti tecnici, logistici, fisici ed atletici per una ripresa?
Parto dal presupposto che finché non verrà somministrato a tutti un vaccino, a mio avviso, non si dovrebbe tornare in campo. Nel Calcio non c’è nessuna possibilità di rispettare la cosiddetta distanza sociale e il rischio di venire contagiati è altissimo per tutti gli addetti ai lavori. Per questo io non vedo come si possa anche solo ipotizzare una ripresa a breve-medio termine. Ci sono infinite circostanze che si oppongono ad un completamento del campionato attraverso la disputa delle restanti gare. Pensiamo a cosa possa accadere nel caso in cui, tornando in campo, dovesse saltare fuori un atleta o un allenatore positivo al virus: in quel caso tutta la squadra andrebbe in isolamento per diverse settimane, bloccando nuovamente il torneo e creando ulteriori problematiche rispetto a date e recuperi, senza contare che inevitabilmente slitterebbe l’inizio della stagione successiva. Non ci sono i presupposti per ripartire e bisognerebbe piuttosto iniziare sin da subito a programmare il futuro, perché con determinate problematiche di carattere logistico e sanitario saremo costretti a confrontarci anche durante la prossima annata, almeno finché non verrà prodotto e distribuito un vaccino che ci consenta di chiudere questo brutto capitolo e star sereni una volta per tutte.
Qualcuno ha detto che la stagione potrebbe risultare “falsata”, sia in caso di chiusura anticipata andando incontro a dei verdetti a tavolino che inevitabilmente non accontentino tutti, sia in caso di ritorno in campo dopo una inattività così lunga, con il rischio di vedere affrontarsi calciatori senza il giusto spirito, senza la dovuta serenità mentale e con una freschezza atletica non adeguata per competere a certi livelli. Lei spera in ogni caso di tornare in campo con i suoi ragazzi per completare regolarmente il campionato oppure ha in testa un altro tipo di scenario conclusivo che auspica venga concretizzato dalla Lega?
Non c’è dubbio a riguardo. In caso di ritorno in campo sarebbe assolutamente “falsato” il finale. Lo sarebbero le gare, le classifiche e anche alcuni dei verdetti conclusivi. Dopo una sosta così lunga ci vorrebbe almeno un mese di lavoro intenso per ritrovare un minimo di condizione e non è auspicabile riprendere in piena estate, proprio perché i rischi sarebbero gli stessi di adesso. Spero che nessuno si assuma questa responsabilità, arrivando invece a determinare il destino di questa stagione. Se toccasse a me decidere, cercherei una soluzione per promuovere in Lega Pro le prime due di ogni Girone, facendo retrocedere in Eccellenza le ultime due di ogni raggruppamento. Questo credo sia lo scenario più opportuno e che porterebbe a penalizzare il minor numero di squadre possibile.
Non posso chiudere senza prima chiederle un giudizio sulla stagione del suo Troina. Con i suoi ragazzi vi siete resi protagonisti di un’annata splendida, dove vi siete tolti numerose soddisfazioni, a cominciare dal pareggio a reti bianche del “Barbera” nella sua Palermo. Senza contare la doppia vittoria con l’ACR Messina, i successi con Acireale e Giugliano e altre affermazioni importanti su campi particolarmente difficili. Siete stati la squadra ad aver vinto il maggior numero di gare dopo le prime due in classifica e siete attualmente al quinto posto, in piena zona Play-Off. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, come giudica la stagione della sua squadra?
Non voglio sembrare esagerato, ma la stagione del Troina credo meriti un 10 pieno. A inizio anno abbiamo operato un netto stravolgimento della rosa, confermando solo tre elementi rispetto al campionato precedente e allestendo un organico con ragazzi in cerca di rilancio, alcuni dei quali erano un po’ usciti dal giro della D e che con noi si sono rilanciati alla grande. Siamo scesi in campo puntualmente con 7/8 Under, smentendo chiunque ci desse per spacciati e condannati ad un’annata difficile, dove a stento si potesse mantenere la categoria. Oggi abbiamo 18 punti di margine sulla zona Play-Out e con le tre vittorie consecutive degli ultimi tre turni siamo entrati di prepotenza in zona Play-Off. Ciò che mi è interessato più di tutto è sempre stato il lavoro durante la settimana e per questo devo ringraziare i miei ragazzi dal primo all’ultimo, perché mi hanno dato tutto ogni singolo giorno, con umiltà, abnegazione e quella fame che ha fatto la differenza nel loro percorso di crescita. Alcuni di loro non avevano mai giocato neppure in Promozione e si sono resi protagonisti di una stagione pazzesca. Non voglio fare un nome piuttosto che un altro, perché meritano tutti allo stesso modo. Abbiamo ottenuto successi prestigiosi come i due contro l’ACR Messina, quelli contro Giugliano e Acireale, ma non solo. Senza contare lo 0-0 maturato al “Barbera” nella mia Palermo. Un grande risultato, meritato, dove la squadra ha affrontato con equilibrio e a testa alta un’autentica corazzata. Il ricordo più bello di quel pomeriggio è senza dubbio lo striscione che mi ha dedicato uno spicchio di Curva Nord, con alcuni tifosi rosanero che mi hanno augurato buona fortuna e regalato un’emozione indimenticabile. A chi mi chiede come mai in campionato abbiamo pareggiato una sola gara su ventisei, rispondo che ciò è accaduto perché non ci siamo mai voluti accontentare di nulla e si è cercato di vincere ogni gara. rischiando inevitabilmente qualcosa in fase difensiva. Fortunatamente il più delle volte è andata bene a noi, non a caso siamo al quinto posto e la terza squadra con il maggior numero di successi dopo le prime due della classe. Spero davvero che tutti i miei giocatori riescano ad arrivare a giocare quantomeno in Lega Pro: 4-5 di loro sono già pronti ma altri lo saranno presto, perché hanno la stoffa e il carattere giusto per riuscirci.
La stagione ha subito uno stop alquanto inatteso e voi, reduci da tre vittorie per 1-0 consecutive, vi siete interrotti forse proprio nel vostro momento migliore. Il pensiero di non poter più scendere in campo per provare a centrare un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
E’ vero, ci siamo fermati nel nostro momento migliore e il rammarico più grande è rappresentato proprio dal non aver avuto la possibilità di affrontare il Palermo al “Silvio Proto” e soprattutto dal non essere riusciti a raggiungere e giocare i meritati Play-Off. Lo scorso anno non li raggiungemmo per soli quattro punti e in questo caso c’erano tutti i presupposti per farcela. Peccato, sarebbe stato il giusto coronamento per la meravigliosa stagione concretizzata da questa squadra, autrice di un autentico miracolo sportivo. Il nostro spogliatoio è stato sempre molto unito, composto da ragazzi d’oro. Per loro gli eventuali spareggi-promozione sarebbero stati una magnifica vetrina e sono sicuro che avremmo avuto modo di ritagliarci ancora tantissime soddisfazioni tutti insieme.
Volgendo uno sguardo al futuro, quali sono le speranze, le aspettative e le ambizioni che la caratterizzano professionalmente?
Per quanto mi riguarda, lavorativamente e umanamente, l’aspetto principale da curare è il rapporto umano. Alla base di ogni progetto dev’esserci il rispetto e l’apprezzamento prima dell’uomo e poi del tecnico. In questo momento è difficile parlare di futuro. Gli ultimi due anni sono stati molto intensi, ricchi di lavoro e grandi soddisfazioni. A tempo debito ci sarà senz’altro occasione per incontrare la Società, sedendoci a tavolino e valutando serenamente quella che possa essere la soluzione migliore per tutti.
Mister, c’è qualcosa che sente di dire ai suoi ragazzi, al Club, ai tifosi e a tutto l’ambiente rossoblù? C’è un messaggio, un auspicio o un augurio che intende indirizzare loro?
Auguro indistintamente di riuscire a superare questo momento difficile, tornando quanto prima alla piena normalità. Spero che ci sia modo per rivivere quelle emozioni straordinarie che abbiamo vissuto assieme finché si è potuto scendere in campo. Rivolgo un pensiero speciale a Troina e abbraccio virtualmente tutti i troinesi, che hanno vissuto settimane drammatiche e hanno bisogno di rinascere e tornare a sorridere nel modo più bello, attraverso il Calcio e il tifo per i colori rossoblù.
Si ringraziano Mister Davide Boncore e il Troina Calcio 1968, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.